Secondo alcuni educatori, la didattica a distanza è il male. Secondo altri, invece, sarà la salvezza per tutte le problematiche che la scuola italiana non ha mai affrontato.
Diciamo che la verità sta nel mezzo.
Si può fare un’ottima didattica, sia in presenza sia a distanza.
Ma bisogna sapere come fare.
In questo articolo vedremo strategie e risorse per fare una formazione di qualità grazie al digitale.
Ma prima di vedere piattaforme, applicazioni e altre risorse online, devo dirti una cosa.
Iniziare a fare DAD: virtuale è reale
Ci sono regole nella scuola, regole di buona educazione, che devono valere anche per la didattica a distanza.
Una buona DAD comincia innanzitutto da una progettazione iniziale che metta a fuoco il rapporto che si intende creare nell’ambiente digitale con gli studenti.
Questo vale soprattutto per le video-lezioni in diretta.
La spiegazione agli alunni di regole condivise e la sanzione certa per chi trasgredisce, assicurano sempre uno svolgimento delle lezioni più sereno.
Gli studenti saranno pronti a seguire le regole scolastiche, purchè poche, chiare e con certezza della pena.
Per arrivare a darsi delle regole che abbiano senso, vediamo alcuni argomenti da cui prendere spunto.
Netiquette di comunità
La netiquette racchiude tutti quei comportamenti di buona educazione che fanno riferimento al web. La parola era nata negli anni ’90 ed è un mix tra la parola “network” e la parola “etiquette”.
In sostanza si tratta di buona educazione applicata agli strumenti digitali e agli ambienti online.
Ad esempio, possono essere giudicati comportamenti non adatti l’insultare gli altri utenti di un forum oppure inviare email spam a tutti i propri contatti.
Invito tutti i docenti che devono gestire una classe online a familiarizzare con il concetto di netiquette e a parlarne con i ragazzi.
Parole ostili
Per contrastare la comunicazione barbara dei guerrieri da tastiera, ha cominciato a circolare un documento molto interessante, il Manifesto della comunicazione non ostile.
Pubblicato da una associazione che ha lo scopo di promuovere l’educazione in rete, il manifesto affronta molte tematiche legate alla comunicazione tra le persone.
Sarebbe bello leggere e commentare insieme agli studenti i 10 punti del manifesto.
La privacy nella didattica a distanza
La privacy è un tema molto sentito da docenti, studenti, genitori.
Un primo livello di analisi consiste nel divieto di prendere immagini, video o audio non autorizzati durante la lezione online.
Il docente deve sentirsi tutelato da un uso distorto e di scherno della sua immagine. Su questo punto è opportuno essere molto chiari con i ragazzi, rendendoli consapevoli che in caso di dolo si può anche andare sul piano penale. In pratica uno si ritrova nei guai per fare uno scherzo al suo docente: non una grande furbata, diciamoci la verità.
Un secondo livello di analisi riguarda gli aspetti burocratici di gestione della privacy. Per approfondire questo aspetto, leggi l’articolo di riferimento della privacy in DAD di Agenda Digitale.
Didattica a distanza: come comunicare con gli studenti
Un problema non da poco nella didattica a distanza riguarda la comunicazione con gli studenti.
Molti docenti scrivono al gruppo classe attraverso WhatsApp.
Non credo sia la scelta migliore.
Troppo personale. E poi c’è il rischio concreto di non staccare mai, nemmeno di notte, perchè continuano a scriverti a qualsiasi ora.
Se ci pensi in fondo è di nuovo un problema che si può facilmente risolvere grazie ad una progettazione iniziale ben pensata.
Nel caso si vogliano fare lezioni sincrone, ad esempio usando Zoom, sarà sufficiente inviare una volta tramite email il link della propria stanza virtuale, e poi rispettare l’orario scolastico.
Tanto per fare un esempio, i ragazzi sanno che il mercoledì alle 9:00 hanno la tal lezione. Alle 8:55 aprono la mail con il link, lo cliccano e ci si vede tutti in video-lezione.
A quel punto si potranno dare tutte le comunicazioni necessarie, ma in un ambiente più ufficiale rispetto a WhatsApp.
Se gli studenti non hanno la mail, magari perchè ancora troppo piccoli, sarà fondamentale usare una piattaforma e-learning, che ha il pregio di funzionare anche come hub comunicativo.
Nella prossima sezione ti mostrerò le migliori piattaforme per fare didattica a distanza.
Ma come funziona la DAD in concreto?
Per didattica a distanza si intende il fare una lezione online attraverso l’uso di strumenti tecnologici.
Docenti e studenti sono nelle loro rispettive abitazioni e si incontrano in una stanza virtuale, dove viene svolta una normale lezione.
Le lezioni possono essere in modalità sincrona, cioè la video-lezione in diretta, oppure in modalità asincrona, dove gli studenti apprendono tramite video pre-registrati, letture in PDF o tramite esercizi.
Per fare una lezione in modalità sincrona, bisogna appoggiarsi a piattaforme nate per il mondo del lavoro.
Queste piattaforme permettono infatti di fare video-riunioni tra membri distanti di un team.
Ebbene, questi strumenti sono perfetti anche per fare una video-lezione; in genere si usano Zoom, Skype, Google Meet o Microsoft Teams, per citare i più adottati nelle scuole italiane.
In DAD non manca inoltre lo spazio per la verifica o per l’interrogazione, sebbene non sono ancora chiare le modalità migliori per valutare gli studenti durante la DAD.
In effetti la tentazione di copiare è presente negli studenti. E in DAD è tanto facile copiare…
Per risolvere questo problema ho una proposta, se vuoi leggerla ne parlo nella sezione “La valutazione della didattica a distanza”.
In questo articolo ho portato alcuni esempi effettivamente realizzati di didattica a distanza: Didattica digitale. 5 esempi semplici (ma efficaci) da usare subito.
Didattica a distanza: le migliori piattaforme
Negli anni ho usato diverse piattaforme e sono arrivato ad una personale classifica. Dico “negli anni” perchè anche prima dell’emergenza Covid, mi piaceva sperimentare con forme non convenzionali di didattica.
(In questo articolo di novembre 2018 ad esempio, racconto 5 motivi per fare e-learning a scuola.)
Quello che ti presento è un elenco delle piattaforme che ho usato con più soddisfazione e che ritengo essere i software più completi.
Una piattaforma deve rispondere a diverse esigenze. Ad esempio poter comunicare con gli studenti, avviare video-lezioni, assegnare compiti, correggere e valutare.
Una piattaforma deve anche essere semplice da usare. Le sue funzioni devono essere chiare e auto-esplicative e gli utenti devono muoversi con sicurezza all’interno dell’ambiente digitale.
Ma procediamo con qualche esempio tra i migliori.
WeSchool
L’italianissima WeSchool è totalmente gratuita e negli anni è cresciuta molto.
Ora può vantare una base di circa 2 milioni di utenti.
Al suo interno possiamo trovare un ambiente e-learning completo. Si possono caricare video, audio, slide, PDF, etc.
Si possono creare esercizi e test, e tenere un piccolo registro dei voti.
Interessante è la possibilità di usare video-lezioni messe a disposizione da altri insegnanti.
Insomma, merita sicuramente una prova.
Google Classroom
Google Classroom è una piattaforma e-learning in costante aggiornamento. Bè, questo è facile quando dietro hai la potenza di fuoco di Google.
Con Classroom si possono creare lezioni multimediali, fare esercizi e test di verifica, inserire voti (puoi anche decidere il peso di ciascun voto).
Interessante è l’integrazione con gli altri servizi Google, in particolare con Meet, ovvero l’app di video-conferenza per fare lezioni online in modalità sincrona.
Per usare Google Classroom senza limitazioni è necessario avere un account educational, che Google rilascia gratuitamente a quelle scuole che ne fanno richiesta.
WordPress
Nato come piattaforma per creare un blog, WordPress negli anni si è evoluto, fino a diventare un gestore di contenuti di vario tipo, anche di corsi online.
Per la didattica a distanza sono nati gli LMS (Learning Management System), ovvero dei software per la progettazione di ambienti e-learning professionali e personalizzabili.
Uno dei programmi più potenti è Learndash, un software usato da scuole e università in tutto il mondo. Qui poi leggere la nostra guida: Learndash, forse il miglior plugin LMS per WordPress?
WordPress permette la creazione di ambienti unici, con funzionalità personalizzabili in base alle esigenze della scuola.
Il problema per molte scuole è che WordPress ha bisogno di tecnici specializzati e di server potenti. In parole povere ciò significa che ci sono dei costi per la progettazione iniziale dell’ambiente e-learning e per il suo mantenimento.
In cambio WordPress offre tutto quello che serve per dare agli studenti una piattaforma virtuale completa e performante, e con un design che si adatta al sito della scuola.
Inoltre se hai bisogno di una particolare funzione la puoi realizzare, mentre con le altre due piattaforme no, perchè sono ambienti chiusi. Loro decidono come è fatta la piattaforma, non i docenti.
Noi di Formaly.it lavoriamo proprio con questa piattaforma. Se vuoi vedere come lavoriamo, guarda Formaly LMS.
La valutazione nella didattica a distanza
Eccolo qua, il punto dolente della DAD: la valutazione.
Si può valutare serenamente una verifica o una interrogazione, sapendo che gli studenti in DAD possono facilmente copiare?
Una volta in storia avevo dato una ricerca sulla nascita e la diffusione della religione islamica.
E cosa combina un mio studente?
Presenta un testo in cui compaiono frasi come “noi musulmani crediamo che…”, “il nostro profeta ha detto che…”, “compito di noi musulmani è quello di…”, e così via.
Leggermente insospettito (sapevo che questo studente non era di religione islamica), ho fatto copia/incolla di alcune di queste frasi su Google e ho scoperto che il testo era stato preso pari pari da www.fratellimusulmani.it.
Una bella sorpresa!
Già, ma come fare per evitare che gli studenti in DAD copino spudoratamente durante le prove?
Metodo anti-copiatura numero 1
Dobbiamo riflettere su un punto importante: in DAD copiare in una interrogazione è più difficile che in una verifica scritta.
Se ci pensi è così.
Lo studente durante l’interrogazione può magari avere qualche schema sulla scrivania in parte al computer, ma se non sa fare un discorso coerente c’è poco da fare.
Anche sbirciando gli appunti, lo studente sul momento non riuscirà a rimediare ad una mancanza di preparazione.
C’è anche un’altra questione, molto sottile.
Ad un certo punto, possiamo scegliere di fare domande meta-riflessive.
Invece di chiedere un contenuto, chiediamo una riflessione personale sul quel contenuto.
Chiediamo allo studente cosa ne pensa di un argomento, cosa gli ha lasciato, se gli è piaciuto o meno.
La risposta a questo tipo di domande non si trova su Google o sugli appunti e lo studente dovrà rispondere basandosi sulla propria preparazione.
Metodo anti-copiatura numero 2
A me piace fare provocazioni. E’ una mia debolezza, lo ammetto. Scompigliare le carte con proposte non convenzionali.
Quello che sto per dirti è un’idea un po’ audace.
Perchè non lasciare a libera disposizione degli studenti tutto il materiale che vogliono?
Soprattutto nelle materie umanistiche, si può dare una ricerca da svolgere, e ragionare come si ragiona per una tesi universitaria.
In fondo, quando si scrive una tesi, abbiamo a disposizione tante risorse, come libri, internet, appunti, video, etc.
Sono tutte consultabili, addirittura sei obbligato a consultare quanto più possibile.
Nelle nostre università, più hai consultato, più allarghi la bibliografia, il che è visto dai professori come un bene.
E dunque la mia proposta (che suscita scandalo, l’ho sperimentato personalmente con alcuni colleghi) è quella di lasciare i ragazzi liberi di copiare (ah no, si dice documentarsi), scrivere un testo di proprio pugno sulla base delle ricerche effettuate, e infine correggere il testo prodotto dallo studente senza preoccuparsi di come ci sia arrivato.
Il registro online dei voti con Google Fogli
Se la tua scuola non è dotata di registro elettronico, puoi usare Google Fogli per farti un registro personalizzato. Andrai a inserire i voti, gli argomenti delle lezioni, eventuali notazioni.
Il bello di un registro di questo tipo è che lo crei secondo le tue esigenze.
E’ un approccio in linea con tutto quello che ti sto dicendo in questo articolo: prima viene la progettazione e solo in seguito vengono gli strumenti. Prima chiarire il fine, poi usare i mezzi adatti per quel fine.
Una volta che hai chiaro cosa vuoi da questa didattica a distanza, potrai costruire un registro adatto, che risponda appieno alle tue esigenza.
Metto a disposizione il mio registro realizzato proprio con Google Fogli. Lo puoi scaricare liberamente e usare come base per fare quelle modifiche che ti servono.
(Il mio registro è anche molto più colorato di quelli in commercio, tra l’altro).
Conclusione
Siamo arrivati alla fine.
Se sei ancora qua ti ringrazio, perchè questo post è lunghetto.
Ti lascio ribadendo ancora una volta un tema che mi sta particolarmente a cuore.
Per fare una didattica a distanza di qualità, senza subirla passivamente e togliendosi anche delle soddisfazioni, è imperativo che vi sia una fase iniziale di progettazione, condivisa eventualmente anche con il Consiglio di Classe.
In seguito, si potranno sperimentare app e programmi, ce ne sono di molto validi.
Anzi, forse troppi. Un labirinto di app.
Ecco che ritorna la via tracciata dalla fase progettuale, un percorso che aiuta a districarsi nelle problematiche della didattica a distanza.