La percentuale di studenti che completano un corso online varia tra il 7% e il 15%
L’industria dell’elearning è in costante crescita, ma sembra che molti autori non abbiano ben compreso alcune dinamiche della formazione online.
Non basta più, e forse non è mai veramente bastato, registrare tre video di bassa qualità e scrivere due articoli raffazzonati per mettere in piedi un corso online che valga la pena seguire.
In questo articolo scoprirai come ideare, progettare e pubblicare un corso online, secondo le migliori fonti e secondo la mia esperienza personale.
– Come trovare idee per un corso online
– Fare una ricerca di mercato per un corso di formazione
– Come progettare il curriculum di un corso online
– Dove pubblicare il tuo corso online
– Ottenere testimonial esplosivi
– Conclusioni
1. Come trovare idee per un corso online
Tutto quello che ti serve per partire un corso online è l’idea giusta.
Già, ma come si trova l’idea vincente? Quella idea che immediatamente ti fa sentire a tuo agio come se fossi nel salotto di casa tua?
Quell’idea che ti fa percepire dagli interessati al corso come un esperto di quel settore?
Trovare idee in effetti richiede fatica, esperienza, capacità.
Ma c’è di più.
L’idea, oltre a nascondersi così bene nel tuo cervellino, deve poi interessare un discreto numero di persone, altrimenti non avrai abbastanza trazione per rendere il corso profittevole.
Insegnare ciò che piace o ciò in cui si è competenti?
E quindi, su quale idea devi impostare un corso online? Che domande, ma è del tutto ovvio.
L’idea che sarà alla base del tuo corso online è quella dove sei più competente.
Fine, non ci sono tanti giri di parole in questo caso.
Se devi insegnare qualcosa, è bene che quella cosa tu la conosca ad un livello alto, o perlomeno in modo superiore relativamente al livello dei tuoi futuri studenti.
Se sei ad un livello medio in una disciplina, sarà sufficiente rivolgere il tuo corso online a principianti assoluti.
In giro ci sono molti furbi impostori, e pochi esperti onesti.
Magari un impostore può farla franca nella vendita di un singolo corso, ma sul lungo periodo il suo bluff non può reggere.
E’ molto meglio per i tuoi studenti, e anche per la tua reputazione futura, insegnare materie in cui sei competente.
Questo dovrebbe essere ovvio, ma forse è meglio metterlo nero su bianco, vista la fuffa che c’è in circolazione: non si insegna qualcosa in cui non si è esperti.
Il tuo corso online può vendere bene?
Diciamo che l’idea l’abbiamo trovata: è quella dove ti senti più a tuo agio nell’atto dell’insegnamento, dove hai materiali da consultare, dove non hai problemi a parlare per dieci minuti.
Ora, tutto ciò è solo il primo passo, perchè bisogna vedere se su quella idea puoi effettivamente costruire il tuo corso online in maniera profittevole.
Stiamo parlando di pubblico potenziale.
Studenti che hanno intenzione di darti dei soldi per frequentare il tuo corso online.
Quante persone potresti raggiungere con il tuo corso?
L’argomento del tuo corso online è interessante per le persone?
Li potrebbe interessare così tanto da fargli tirare fuori la cifra?
Bello il corso su “Come nutrire una capra tibetana”, ma quante persone poi di fatto acquisteranno il corso?
E questa è una dura realtà con cui ti devi confrontare, in maniera rigorosa con te stesso, altrimenti perdi una marea di tempo e una marea di soldi.
La domanda è: l’argomento che voglio insegnare interessa un numero sufficiente di persone?
Ecco una procedura interessante.
Vuoi toglierti tutti i dubbi se un’idea può piacere ad un vasto numero di persone? Ecco una procedura molto interessante. Fai un webinar, funzionerà da validazione della tua idea.
2. Come fare una ricerca di mercato per un corso di formazione
Abbiamo trovato un’idea che potrebbe essere la base del nostro futuro successo online.
Per passare dal tempo condizionale (“potrebbe essere una buona idea…”) al tempo futuro (“sarà sicuramente un’ottima idea!”), devi verificare che la tua idea sia appetibile per un pubblico relativamente vasto.
Un pubblico che ha un problema e che cerca una soluzione, un numero sufficiente di persone disposte a pagare una certa cifra per accedere alla tua soluzione.
Come fare questa piccola ricerca di mercato?
Puoi verificare con strumenti gratuiti le parole chiave più ricercate sui motori di ricerca.
www.ubersuggest.com o google adwords possono indicarti se c’è un volume massiccio di ricerche intorno al tuo argomento.
Puoi controllare i forum o i gruppi Facebook per vedere se il tuo argomento è caldo.
Dai gruppi di discussione inoltre puoi prendere altre informazioni utilissime, come il linguaggio usato per descrivere i problemi che gli utenti hanno e parlare poi la “stessa” lingua.
Come testare se il tuo corso online funzionerà
Sei felice perchè hai dimostrato che intorno alla tua idea c’è interesse, curiosità, necessità di risposte.
Bene, ora viene il bello.
Perchè non comincerai immediatamente a produrre materiali come un pazzo, no, quella è una fase successiva.
Perchè produrre un corso online è fatica, ma fatica vera, e prima di avventurarti in un lavoro matto e disperatissimo devi assicurarti che il tuo corso venda.
E come è possibile capire se un corso vende prima di fare il corso?
Ascoltami attentamente, perchè questo passaggio è fondamentale.
Prepara una versione, per così dire, ridotta del corso: una versione beta.
Una versione che offra comunque un contenuto valido, ma che abbia una durata ridotta rispetto al corso definitivo.
Il curriculum del corso beta sarà aperto e flessibile (dopo ci ritorno).
A questo punto, con trasparenza, puoi lanciare il tuo prodotto beta, dichiarando che si tratta di una prima versione del corso definitivo.
A che prezzo devo vendere un corso online?
Come si fa a capire che prezzo dare a un corso online?
Distinguiamo tra il corso beta e quello definitivo.
Puoi mettere in vendita il corso beta ad una frazione del costo del corso finale.
In relazione al prezzo finale a cui vuoi posizionare il tuo corso, agirai in proporzione sul prezzo di vendita del corso beta.
Diciamo che potresti variare da un minimo di 27€ ad un massimo di 197€, in relazione al tipo di corso che vuoi proporre e al tipo di accesso alla tua persona che vuoi dare agli studenti.
Più concedi accesso, più il prezzo dovrebbe salire.
Ma restiamo concentrati, perchè stiamo cominciando a unire puntini del percorso che abbiamo fatto fino a qui.
Mi spiego.
Hai trovato un’idea che sembra essere adatta per un corso online.
Hai visto che verso la tua idea c’è interesse diffuso.
Ora stai per scoprire se quell’interesse può tramutarsi da parte delle persone in un acquisto vero e proprio del tuo prodotto.
Se la beta funziona, hai fatto bingo, ci sono alte probabilità che anche il tuo corso finale sarà un successo. Evviva!
(In questo articolo abbiamo sviscerato meglio l’argomento: come dare un prezzo al tuo corso online?)
Un consiglio prezioso prezioso
Ritorniamo al motivo per cui la beta deve avere un curriculum aperto.
I clienti che si sono iscritti a questa versione iniziale ti daranno molti suggerimenti, ti faranno domande, avranno dubbi che magari non avevi considerato.
Ebbene, queste sono informazioni preziosissime, perchè inseririrai le tue risposte nella versione definitiva del corso.
Il tuo corso finale sarà costruito tenendo in considerazione le obiezioni di studenti in carne e ossa.
Naturalmente, a quegli studenti originari (e coraggiosi!) darai l’accesso alla versione definitiva del corso.
Ci mancherebbe altro.
Ti hanno aiutato a costruire il corso definitivo e ti hanno dato fiducia quando nessuno ti filava, non fare il tirchio.
3. Come progettare il curriculum di un corso online
La domanda più importante a cui devi rispondere è questa: quale trasformazione intendo portare ai miei studenti?
Può essere diverse cose, come imparare a usare una procedura informatica fino al cambiamento di un’abitudine dannosa per il loro organismo.
Una volta definito l’obiettivo principale, risali all’indietro a tutti i passaggi necessari per raggiungerlo.
Questi passaggi saranno i tuoi moduli.
Per ogni modulo infine prevedi un certo numero di lezioni.
Le lezioni saranno brevi, in accordo con i principi della formazione online.
Se si tratta di una lezione video, assicurati di non superare i dieci minuti.
Se si tratta di un testo scritto, non andrai oltre le una/due cartelle.
Nel caso in cui superi queste lunghezze, allora significa che hai bisogno di smezzare quella lezione in due lezioni più brevi.
Ricorda, una lezione per un concetto. Non di più.
Puoi anche inserire verifiche ed esercizi, non solo alla fine ma anche al termine di lezioni particolarmente importanti.
I tuoi studenti ti ringrazieranno, perchè avrai diviso il tuo corso in lezioni semplici da assimilare e digerire.
Uno dei rischi dei corsi online è caricare gli studenti di troppe nozioni, fino a farli sentire inadeguati.
Non fare questo errore.
4. Come e dove pubblicare il tuo corso online
Avendo pubblicato diversi corsi su diverse piattaforme, il consiglio che mi sento di darti è di non perdere la testa sulla parte tecnica.
Analizza la tua situazione personale, e poi decidi come pubblicare il tuo corso.
Ad esempio, se hai già una lista di contatti, un blog, un canale YouTube, allora pubblica il corso in un sito di tua proprietà.
In questo modo massimizzi i guadagni e hai pieno controllo sull’esperienza utente.
Se invece non possiedi un tuo pubblico, allora l’opzione migliore è di affidarsi a piattaforme che possano offrirti un elevato traffico di utenti, come Udemy o LifeLearning.
Lo svantaggio di queste soluzioni è che hanno un sistema di condivisione delle vendite.
Per ogni corso che vendi, una parte dei ricavi andrà alla piattaforma.
Inoltre, queste piattaforme possono decidere di offrire sconti (anche del 90%) sui corsi che hanno in vendita.
Vedere che il tuo amato corso, che ti ha portato via le notti per realizzarlo, venga venduto a 9,99€ non è il massimo.
Perchè possono fare questo?
Perchè gliel’hai concesso tu, quando ti sei iscritto al loro portale.
Quindi, comincia dai portali di corsi online.
Quando avrai una tua lista abbastanza numerosa, diciamo intorno ai mille contatti, apri un tuo sito web.
Ti segnalo inoltre che ci sono servizi e-learning come Teachable, Thinkific o Podia che offrono la possibilità di pubblicare corsi online. Questi servizi hanno un costo abbordabile e offrono soluzioni complete.
Non sono molto personalizzabili, sia in termini di grafica sia come funzionalità particolari, ma meritano di essere eventualmente considerati se si allineano al tuo progetto.
5. Ottenere feedback esplosivi: fai così (e solo così)
Ci sono docenti di serie A e docenti che giocano in leghe minori.
I docenti più bravi e che portano a casa i guadagni maggiori sono quelli che una volta pubblicato il corso, continuano a lavorarci sopra.
In che senso?
Ti avevano detto che i corsi online sono entrate passive, che una volta fatto il corso, poi sarebbero arrivati i soldi senza faticare.
Balle. Molto semplicemente, balle.
Se vuoi creare un flusso costante di denaro, devi creare un flusso costante di studenti.
E questo tipo di trazione non funziona da sola, ma ha bisogno della tua benzina.
Fuor di metafora significa che una volta venduto il corso, è proprio lì che comincia il lavoro vero.
Seguire gli studenti, migliorare una lezione, aggiustare un esercizio, e così via, sono tutte buone pratiche che ti permettono di distinguerti dalla massa e di offrire un servizio fatto bene.
E studenti felici significa un miglior passaparola, quindi altri studenti, che a loro volta faranno passaparola.
Un circolo virtuoso, dove il miglior modo di prendersi cura delle proprie finanze, è prendersi cura degli studenti e del loro successo nel tuo corso.
Conclusione
Hai un talento, una competenza, sei capace a fare qualcosa.
Ebbene, non condividere questa capacità che hai con poche persone, ad esempio in corso in aula.
Progettare, creare e pubblicare un corso online può darti un’enorme soddisfazione, e non solo in termini economici.
Può darti tanto il rapporto con gli studenti, vedere come cambiano le cose grazie a te, avere un impatto reale sulla vita di persone reali.
E questo, francamente, non ha prezzo.
Consigli interessanti.
Mi ha colpito che non ha indicato piattaforme internazionali dito Teachable o Thinkific. Non le trova adatte? Sarebbe interessante conoscere il suo parere
Diciamo che Teachable (e simili) si trova a metà strada tra Udemy, dove si ha poco margine di manovra, e una piattaforma personalizzata, dove si ha libertà totale di impostarla come si desidera. Ho usato Teachable per alcuni progetti e non ho grosse critiche da fare, funziona bene e non ha un prezzo eccessivo. Non lo uso spesso perchè preferisco sviluppare funzionalità che su Teachable non ci sono.
C’è anche un’altra considerazione da fare. Spesso uno ha già un blog con WordPress, a cui si può aggiungere la funzionalità e-learning.
Comunque grazie per la segnalazione, ho aggiornato l’articolo.